venerdì 14 agosto 2020

RICORDARE SANT'ANNA E I SUOI MARTIRI

 

PER NON DIMENTICARE

È l’estate del 1944. Molti fiorentini hanno abbandonato la loro città per raggiungere un rifugio sicuro sugli Appennini toscani. Siamo in una piccola cittadina Si chiama Sant’Anna di Stazzema. È un ameno luogo montano in provincia di Lucca. Lì molti toscani si sono rifugiati per scampare sia dai bombardamenti sia dal perfido esercito nazista, che in quel momento storico sta compiendo una disperata, quanto inutile e sanguinosa lotta nella speranza di fermare il sopravanzare dell’esercito americano e dei suoi alleati che stanno compiendo l’atto di liberare l’intera Italia. In quella fase della Seconda Guerra Mondiale la “Linea Gotica”, cioè il fronte di guerra, è in quelle zone. Lì si fronteggia la Wehrmacht, l’esercito regolare tedesco, le famigerate SS, cioè il corpo speciale di Adolf Hitler, le Brigate Nere, cioè i fascisti guidati da Benito Mussolini, da un lato e dall’altro gli USA, gli australiani, gli inglesi, l’esercito italiano fedele al re, che al momento si trova a Taranto, e ultimi, ma non certo per importanza morale e storica, i partigiani. In mezzo a questo scontro tra titani, ci sono i comuni cittadini, che si trovano disperatamente imbrigliati in una guerra più grande di loro. Per questo si tenta la salvezza in luoghi isolati. Ciò avviene in ogni dove, in Toscana, ma anche in tutte le altre regioni del paese. Ma per i tedeschi, meglio per i nazisti, tutti gli italiani, se non fascisti, sono nemici. Ecco perché decidono di fare rastrellamenti in diversi luoghi, fra cui a Sant’Anna. Cosa è un rastrellamento? Beh, è un orrore. Arrivano i nazisti, con i repubblichini (così venivano chiamati per disprezzo gli aderenti alla “Repubblica Sociale Italiana” fondata da Benito Mussolini e alleata alla Germania di Adolf Hitler contro il paese) e girano casa per casa, trascinando fuori chiunque e inducendoli a parlare, cioè a dire cose che spesso i malcapitati ignorano, e poi, per tutti, c’è la condanna a morte. Siamo al 12/08/1944, l’esercito  tedesco va sui monti. È deciso a eliminare quelle persone che sono di ostacolo nella costruzione della difesa contro gli americani. Si! In questo caso l’eccidio non avviene nemmeno per reazione a un atto di guerra partigiano. Non avviene come è già successo a Roma, ad esempio, per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui la “reazione”del nemico tedesco è avvenuta per un atto militare partigiano. No qui c’è puro desiderio di sangue e di far carneficina. Il 12 agosto 1944 i tedeschi arrivano a Sant’Anna. Ci stanno praticamente tutto il giorno. Cercano casa per casa donne, uomini, bambini. Li mettono, letteralmente, al muro. Li fucilano. Alla fine si contano 350 vittime, 65 erano bambini di età inferiore ai dieci anni. Una intera popolazione perde la vita. Il sacerdote della chiesa locale cerca disperatamente di salvare persone innocenti, ma anche lui viene trucidato. Don Fiore Menguzzo cerca con ogni mezzo di tutelare chiunque gli chiedesse soccorso, dandogli rifugio nella piccola chiesa di cui è parroco, ma viene anch’egli fucilato. Gli sarà riconosciuta la medaglia d’oro al valor civile. Anche delle donne, che donne, si sono spese in quelle ore tragiche per salvare altre persone. Come non ricordare la signora Genny Bibolotti Marsili che scaglia un suo zoccolo contro un soldato tedesco, per distogliere l’attenzione del militare nazista sul rifugio in cui era il suo figlioletto. La donna morirà per una raffica di mitragliatrice. Ma il piccolo è salvo. Come dimenticare Milena Bernabò che pone al sicuro sua sorella e le sue amiche, ma non riesce ad evitare una raffica di fucile, che la fa cadere morta a terra e che gli dà in cambio una medaglia d’oro, quale triste permuta in cambio della vita! Ma ci sono tanti altri martiri a Sant’Anna, esattamente come è avvenuto in un altro luogo di lutto e morte Marzabotto, anch’esso villaggio ameno, anch’esso luogo degli Appennini, anche se romagnoli,  segnato dalla sete di sangue nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Che dire? La guerra è crudele. Ma non può essere permesso che innocenti siano impunemente trucidati. Forse è stato troppo tardivo l’accertamento della verità, il “forse” è un eufemismo, pensare che solo nel 2007 la cassazione ha chiarito responsabilità e condannato colpevoli, ormai molto vecchi se non morti, mette i brividi.

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