venerdì 21 agosto 2020

PARLANDO DI COSTITUZIONE

 

ARTICOLO 66 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

“Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità

Le Camere hanno il potere di autodichia, sancito dalla Costituzione. Tale potere dà la possibilità alle due assemblee legislative di giudicare autonomamente se i propri membri hanno i giusti titoli per essere ammessi alla carica di deputato o senatore. I regolamenti delle Camere affidano ad una commissione permanente costituita presso ciascuna camera il compito di verificare se l’eletto ha i requisiti per la validità all’ammissione all’ufficio e se le operazioni elettorali si siano svolte correttamente e secondo le norme dello stato. Se le ragioni di incompatibilità e di ineleggibilità sono definite da norme dello Stato, è affidata alla insindacabile autorità di ciascuna camera la verifica delle cause di estromissione di ciascun membro. La verifica delle elezioni si svolge in due fasi, una necessaria (controllo di deliberazione) ed una eventuale (giudizio di contestazione). Il controllo di deliberazione mira ad accertare che l’elezione sia valida. Se la Giunta delle Elezioni (la commissione della Camera dei Deputati che si occupa di verificare le elezioni) o la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari (la equivalente commissione del senato) non riscontrano irregolarità convalidano l’elezione. Se invece ci sono contestazioni si procede a un dibattimento pubblico in cui si argomentano sia le ragione contro la validità dell’elezione sia quelli a sfavore. Un’udienza che assume le valenze di un procedimento giudiziario. L’eletto può portare davanti alle commissioni dei dossier di discolpa e di precisazione che provano la validità e la correttezza della propria candidatura ed elezione. La commissione ascolta e delibera secondo coscienza in maniera collegiale. Urge notare quindi che la prima fase, controllo di deliberazione, è un atto di natura meramente amministrativa. Le commissioni controllano se gli atti elettorali e lo status del candidato non ostano alla sua elezione. La seconda fase è di natura giurisdizionale. Nell’esercizio di questo atto le Camere manifestano la loro autodichia, cioè il loro potere di farsi giustizia da sole, cioè di dichiarare la validità o meno dell’elezione del proprio membro senza ricorrere al potere giudiziario. Questo è stato voluto dai padri costituenti per salvaguardare l’autonomia del Parlamento. Sarebbe comunque opportuno che la giunta delle elezioni operi con spirito di imparzialità e senso dello stato. La legge Severino ha introdotto una causa di sopraggiunta ineleggibilità e di decadenza dalla carica. In caso di condanna penale definitiva di un membro delle due assemblee, a seguito di un voto da parte dell’assemblea di cui fa parte, lo status di deputato o senatore decade. Questa legge è stata fortemente contestata da coloro che votano Lega e Forza Italia. La formazione politica di destra ha visto come una violazione dei diritti umani la perdita dello status di senatore o deputato, per questo ha fatto ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo affinché venga censurata la suddetta legge Severino. Per gli elettori di Forza Italia e Lega l’elezione alle camere è la legittima difesa davanti a un processo. Chi è imputato si pone davanti agli elettori per chiedergli di evitargli la condanna. L’aver permesso che Silvio Berlusconi o Cesare Previti fossero costretti a espiare la loro pena è un vulnus gravissimo alla persona umana, così affermano gli esponenti di Forza Italia e Lega. Staremo a vedere chi ha ragione! Ha ragione la Costituzione Italiana che dice che la carica pubblica è un onere, non un privilegio, da assolvere con decoro. Oppure hanno ragione Lega e Forza Italia che asseriscono che la carica pubblica è uno strumento per evitare il carcere. La risposta è nella corte europea dei diritti dell’uomo, che purtroppo tarda a pronunciarsi. Noi preferiremmo dire che la carica di senatore è deputato non è un privilegio. Chi siede in una delle due camere rappresentative della Repubblica non deve farlo per evitare la galera. La visione degli elettori di lega e Forza Italia la riteniamo assolutamente sbagliata. Ovviamente questa è, e rimane la nostra opinioni. Rispettiamo coloro che hanno votato Lega per il senso di onore e rispetto verso Mantovani, l’assessore della regione Lombardia arrestato per tangenti. Per chi vota destra l’illecito penale è scusabile, chi commette reato è considerato degno di rispetto. Noi rispettiamo questa tesi, ma non la condividiamo. Siamo per un’Italia che si pone regole rigide che tutti devono rispettare.

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