UN SALUTO AD UNA GRANDE ATTRICE
Ieri, 18 Agosto 2020, si è spenta l’attrice Mariolina De Fano. Un malore ha fatto smettere di battere il suo cuore nel suo appartamento a l quartiere Libertà di Bari, nulla ha potuto il pronto intervento dell’ambulanza del 118 prontamente chiamata dal fratello. Aveva 80 anni ancora da compiere. Barese di razza! La sua attività artistica è profondamente legata alla cultura, alla tradizione e alla glossa, al dialetto, della sua città. Nata nel capoluogo pugliese il 14/ 10/1940, la sua vita di bimba è legata alle ristrettezze causate dalla guerra. Vive in un territorio segnato dalla fame e dalla paura dei bombardamenti. La sua crescita adolescenziale, come è avvenuto per molti suoi coetanei, vibra nelle speranze di crescita culturale ed anche economica che sono proprie di quei primi anni di rinascita nel segno della nuova repubblica. Bari è un pullulare di istanze artistiche. Anche per gente comune, anche per persone che non abbiano velleità artistiche (Mariolina aveva trovato fin da piccola un lavoro al comune), l’arte è lo strumento per emanciparsi dallo stato di prostrazione che la crisi bellica e, al contempo, sociale aveva provocato. Mariolina si cimenta nel teatro. Fa parte di diverse compagnie che sorgono nel barese. Si fa notare per la sua capacità di adattamento alla parte. Diventa una sapiente utilizzatrice del dialetto barese volto a istituire quel “teatro popolare”, cioè fatto dal popolo e per il popolo, che è caratteristica di tutta una parte importantissima della teatralità di tutto il paese. Bari, come tutta l’Italia, diventa il laboratorio di un nuovo linguaggio che si fonda sulla contaminazione fra lingua aulica, cioè la lingua di Dante e di Manzoni, e lingua “popolare”, cioè quella che si parla nelle cucine e nei viottoli, quella che è il meccanismo di linguaggio quotidiano di tutti noi. Insomma è fautrice, assieme ad altri, della convivenza in una sola opera artistica fra linguaggio alto e basso. È quello che caratterizza la nuova cultura letteraria nata nella seconda metà del XX secolo. Il “neorealismo”, cioè il racconto crudo della vita di tutti i giorni, non è solo un fenomeno cinematografico, ma un esperimento di narrazione e di architettura linguistica che attraversa tutti i fenomeni dell’arte. È la spinta che fa scrivere Pier Paolo Pasolini, Edoardo De Filippo e tanti altri. Il teatro, il mondo di Mariolina De Fano, è uno dei luoghi della cultura che più hanno utilizzato lo strumento della contaminazione linguistica dell’opera scenica. Il dialetto diviene strumento ineludibile per raccontare la realtà. Di questa convinzione Mariolina e sicura assertrice. In quest’ottica va letta tutta la sua attività artistica che abbraccia sia il XX che il XXI secolo. È riuscita a raccontare una società italiana che cambia, che muta i suoi codici e le sue regole sociali, partendo dal suo essere profondamente barese. La massaia o la borghese di Bari, che Mariolina De Fano interpretava, non è molto lontana, culturalmente, dalle massaie del settentrione o del centro Italia. Cambiano i codici del linguaggio, cambia il contesto sociale e le regole economiche, ma l’afflato di libertà e di emancipazione sociale è la stessa in tutta la penisola. È questo il messaggio che ci manda l’attrice. Le differenze linguistiche, il dialetto, le differenze paesaggistiche, a Bari c’è il mare a Milano i navigli, le differenze economiche non devono essere latrici di barriere, ma strumento di confronto volto a costruire una società ricca, perché plurale. Questa è la convinzione che ha spinto Mariolina ha fare teatro al fianco di un altro pilastro della piece barese, Nicola Pignataro, altro grande attore del vernacolo pugliese. È da ricordare ancora le sue preziose collaborazioni con grandi artisti contemporanei dell’arte scenica e cinematografica barese. Basti ricordare la preziosa interazione attoriale che ha avuto con Uccio De Santis e i suoi film girati con l’attore e regista Sergio Rubini, ambedue convinti rappresentanti della cultura e del linguaggio barese. Ma Mariolina De Fano era anche cinema nazionale, si era distinta nella fiction rai “Raccontami” ambientata in una Roma che cambia a causa del “boom” economico degli anni ’50 del secolo scorso. A noi baresi non ci rimane che ricordare la preziosa opera di Mariolina. La De Fano era prima di tutto una comica. Non l’ho precisato prima, ma è bene ricordarlo. Tutto il suo lavoro era volto a strappare il sorriso di chi la guardava. Avrebbe dato l’anima per sentire vibrare il teatro dalle risate. Non c’era bisogno però che arrivasse a questo, la sua bravura e spontaneità, la sua simpatia, era ricambiata dall’affetto genuino che tutti sentivano nei suoi riguardi. Verrebbe da dire: “missione compiuta, capitana”, hai fatto ridere e divertire tutti e ora guardaci dal cielo come una stella e portaci un po’ di sana ironia dal tuo mondo, che ormai è a noi lontano.
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