martedì 11 agosto 2020

I FURBETTI IN PARLAMENTO

 

IL BONUS

È difficile non provare rabbia. Mentre l’Italia affronta la crisi sanitaria ed economica più profonda e grave dalla fine della seconda guerra mondiale, si scopre che dei parlamentari, che prendono un lauto stipendio dallo stato, hanno fatto domanda per ricevere un’indennità economica a causa delle difficoltà legate alla loro professione libera, quella che svolgevano prima di diventare deputati e magari continuano ancora a svolgere. Cioè dei parlamentari dello stato italiano hanno chiesto delle indennità legate alla loro attività di libero professionista. Dal punto di vista legale non sembra che abbiano commesso reato. Attualmente il decreto che introduce il bonus non prevede alcun limite di reddito o di status sociale. La legge dice che chiunque è un professionista, cioè ha partita IVA, ha diritto a un bonus di 1000 euro al mese per sei mesi. È scritto nero su bianco sul decreto bilancio. Ora appare chiaro che qualcosa non va. Come è possibile che chi, giustamente, ha uno stipendio per la propria attività di parlamentare, possa, però, usufruire di un ulteriore esborso da parte dello stato legato alla sua attività di professionista? La risposta è nei meandri oscuri delle leggi, che permettono ai furbetti di avere di più, mentre i poveretti non solo hanno meno, ma addirittura non hanno il sufficiente per vivere. Fa parte della cultura italiana. Certo. Nelle strade quante volte si vede il furbetto chiedere con forza i soldi al disabile, al più debole, al malato. Davanti a una parte d’Italia solidale, c’è l’altra che approfitta delle situazioni a discapito degli altri. Forse è il caso di farci un esame di coscienza. Forse è bene chiedersi se quei parlamentari siano effettivamente diversi da noi, oppure come noi approfittino della situazione per aumentare il proprio gruzzolo. È una domanda che non vuole affatto sminuire le responsabilità dei deputati e dei senatori che hanno chiesto il bonus. Meritano il disprezzo e si spera che abbiano la decenza di dimettersi. Ma non è giusto pensare che anche noi dobbiamo avere uno spirito etico? Anche noi dovremmo evitare di scroccare di prendere dall’altro, anche perché lo si fa con soggetti deboli, che possono essere sfruttati perché deboli. Carl Marx parlava di saggio tendenziale del profitto, di alienazione, teorizzava che il super guadagno provenisse letteralmente dal rubare il dovuto al prossimo. Il pensiero di Marx non ha retto alla Storia. La sua filosofia si è manifestata non solo come inadatta a cambiare la realtà in meglio, ma anche a produrre mostri, quali i regimi dittatoriali che si rifanno al comunismo. Ma il messaggio che ci ha lasciato può essere reso uno strumento per vivere meglio la vita quotidiana. Mai pensare che sia giusto “alienare”, cioè portare via denaro diritti e, in fin dei conti, dignità agli altri per arricchirci personalmente. Questo devono pensare i parlamentari che hanno usufruito del bonus: mi vergogno di aver tolto ad altri un diritto che loro spetta, per arrogarmi un privilegio. È ciò lo devono pensare non solo loro, ma i molti che non si fanno scrupolo di frodare, rubare, umiliare il proprio prossimo, anche se, in alcuni casi, il loro agire è “legale”, cioè non punito dalla legge.  

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