LO SGUARDO DEL PAPA
Ieri, 19/08/2020, Papa Francesco ha parlato nella Biblioteca del Palazzo Apostolico. Le sue parole erano attese. Bergoglio ha ricordato gli effetti drammatici che il Corona Virus sta portando all’intera umanità. Tutte le lande della terra stanno soffrendo. Gli esseri umani vivono le incertezze del futuro. Joge Bergoglio ha invitato le istituzioni statuali, le associazioni, i grandi gruppi economici a non dimenticarsi di coloro che soffrono maggiormente a causa degli effetti, non solo patogeni, ma anche sociali del virus. Il pensiero del Sommo Pontefice è rivolto agli emarginati e ai diseredati della terra. La malattia, che sta segnando la storia di questo anno e forse anche dei prossimi, ha messo proprio coloro, che già soffrivano per la loro arretratezza economica e sociale, in uno stato di ulteriore debolezza. L’isolamento, il lockdown, ha provocato l’aumento di fame e di sofferenza per gli emarginati e i senzatetto di tutto il mondo. Ciò è evento nelle grandi metropoli, ad esempio New York, e nei luoghi più di confine, come le terre amazzoniche. I meno fortunati si sono trovati spesso soli ad affrontare la terribile emergenza che ha colpito il pianeta. Cosa altrettanto grave si sono trovati di fronte all’immanenza del virus, senza avere la consapevolezza del pericolo e degli effetti devastanti che questo fenomeno produce sulla vita quotidiana. Il papa ha invitato tutti a cambiare punto di vista davanti alla vita collettiva. Ha invitato a fondare l’esistenza di ognuno sui valori di solidarietà. La prossimità al prossimo deve essere la ragione stessa per cui si è nell’agone sociale. Chi ha un ruolo di leadership in qualche ambito deve prendersi cura che la propria azione sia volta a modellare il modello di sviluppo sociale inclusivo. Bisogna che sia assicurata la salute di tutti. Ognuno deve avere un tetto sotto cui dormire, deve avere cibo di cui sfamarsi e un sistema volto ad aiutarlo in caso di bisogno psicologico e fisico. Il papa ha sottolineato che questa certezza deve valere soprattutto per le famiglie. La comunità primaria e naturale, fondamento di ogni società umana, deve essere protetta e difesa dalle istituzioni che siano statuali o ecclesiali, che siano pubbliche o private. Lo sguardo del papa è rivolto a tutta la comunità, di credenti e non, che sta soffrendo. Bisogna pensare a costruire ponti, cioè bisogna pensare a costruire delle istituzioni che superino i pregiudizi e le paure e che si facciano strumento per un dialogo costruttivo fra noi uomini e donne. Solo così si potranno porre le basi per superare ogni ingiustizia sociale, ogni vessazione che il meno forte subisce. Una società forte e unita, fondata sui valori di amicizia e di ascolto dell’altro, può compiutamente superare ogni difficoltà. Una società fondata sull’amore può vincere anche il corona virus. Ecco il pensiero di Papa Francesco. Perché abbandonare a se stesso il prossimo, vuol dire anche permettersi che si ammali e a un suo contagio può seguire anche il nostro. La solidarietà è un beneficio per tutti, anche per se stessi.
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