PACE IN MEDIO ORIENTE
Io non sono un esperto di politica internazionale. Non capisco nulla dei complessi equilibri del Medio Oriente. Quindi la cosa più giusta da fare sarebbe tacere dei complessi approcci diplomatici che Israele e gli Emirati Arabi stanno compiendo per superare quella guerra fredda di fatto che ha caratterizzato non solo i rapporti diplomatici fra di loro ma anche la stessa azione di controllo del territorio dei rispettivi stati fin dal momento, lontano, della nascita e fondazione dello Stato di Israele. I paesi della penisola araba stanno cercando di costruire un valido e forte rapporto dialogico con Gerusalemme, anche in vista di un confronto dialettico aspro col comune nemico di sempre: l’Iran. Tessitore della svolta diplomatica è senza dubbio il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Mentre il predecessore era propenso a un disgelo diplomatico su vasta scala, che comprendesse nel dialogo diplomatico anche il nemico di sempre, l’Iran. Trump è stato più realista? Forse! Ma quello che è certo più coerente con la politica americana in Asia Minore dalla fine della guerra fredda. Trump ha posto come verità e salda certezza inconfutabile l’alleanza stretta con Israele. Molti politologi, esagerando, hanno considerato Israele alla stregua di uno degli stati federati USA. È chiamato il cinquantatreesimo Stato degli States. Una cosa è certa aveva suscitato molte polemiche la scelta di Obama di considerarlo un interlocutore al pari degli stati arabi. Ora Trump torna al vecchio convincimento statunitense. Prima Israele assieme agli interessi propri dell’America e poi, molto dopo, gli altri stati del quadrante In questa ottica ci si appresta a firmare gli accordi di pace fra Israele e gli Emirati Arabi. Pur con tutte le rispettive diffidenze che nemici di sempre hanno l’uno per l’altro, ci si appresta a firmare la pace nell’ottica di, se non vincere, almeno danneggiare, il comune avversario sciita, l’Iran.
Sarebbe comunque un errore leggere l’accordo di pace fra Israele e gli Emirati Arabi solo come un gioco diplomatico per danneggiare l’’Iran. La pace fra mondo sunnita e la comunità ebrea sarebbe realmente un modo per mettere le basi per un dialogo costruttivo fra le due religioni che considerano entrambi Abramo come Il Padre, cioè il capostipite delle loro genti. Sarebbe un modo per pensare a rapporti economici, politici, sociali, istituzionali più pacati e fondati sul confronto dialogico costruttivo, non sulla guerra. Sembra che materia dell’accordo sarebbe anche la costruzione negli Emirati Arabi di Sinagoghe, luoghi di culto ebraici, e la garanzia per i palestinesi di vivere con serenità nelle loro terre, fino al giungere all’agognato sogno di uno stato realmente sovrano e indipendente, ora invece le langhe arabe sono letteralmente accerchiate e isolate dalla potenza bellica dello stato di Tel Aviv. È inutile dire che questa prospettiva sarebbe una vittoria epocale per la politica estera del presidente americano, Donald Trump. Avrebbe ottenuto in “un botto solo” quello che da decenni, da tante decadi, tutti i suoi predecessori hanno sempre agognato senza mai ottenerlo. Non a caso anche Joe Biden, candidato del Partito Democratico alla presidenza Usa e quindi avversario di Trump, plaude il raggiungimento di un accordo diplomatico fra Israele ed Emirati Arabi. Non sappiamo al momento se la pace si farà concreta. In passato purtroppo tanti trattati che dovevano portare pace nel quadrante asiatico, si sono rivelati carta straccia. Noi speriamo che la pace avvenga. Che si trovi un modo per portare tranquillità e serenità a popolazioni straziate dal conflitto. L’Iran ora è il nemico comune. Non c’è dubbio che Israele, Usa e paesi sciiti si stiano alleando per colpire Teheran, oggi ancor più indebolita a causa delle tensioni e lo stato di guerra che è in Libano. Gli Hazerbollah libanesi, da sempre alleati dell’Iran, sono sotto accusa, sono loro gli artefici dello stato di crisi e di abbandono del paese dei cedri, almeno così è convinta la gente che scende in piazza.. difficile dargli torto. In più ci si mette l’alleanza fra Israele e Penisola Arabica.. Per l’Iran, che già sta vivendo al suo interno una gravissima crisi economica, le cose si potrebbero mettere molto male.. Ma quello che conta è giungere alla pace, non dimentichiamolo.
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