venerdì 7 agosto 2020

PARLANDO DI COSTITUZIONE

 

ARTICOLO 54 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

“Tutti i cittadino hanno il dovere di essere fedeli alla repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi.

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento  nei casi stabiliti dalla legge”.

L’articolo 54 della Costituzione Italiana richiama tutti i cittadini all’obbligo di rispettare le norme di convivenza civile del nostro stato. Ricorda che la fedeltà alla Repubblica è un obbligo giuridico, oltre che morale. Noi Italiani siamo chiamati a servire la patria, come ricorda l’articolo 52, e a rispettare le istituzioni del nostro ordinamento Repubblicano. Le nostre norme giuridiche, le nostre istituzioni, sono il frutto del sacrificio di milioni di uomini e di donne che hanno combattuto e sono morte durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi eroi si sono sacrificati in nome di ideali e valori che sono stati incisi nella nostra carta fondamentale. La nostra Costituzione è stata scritta col sangue dei nostri concittadini morti nei lager, morti sulle Alpi per fermare la barbarie nazista, come ricorda il noto giurista Piero Calamandrei. Sono valori di solidarietà, di fratellanza, di senso comune di appartenenza che oggi appaiono lontani. Quell’afflato di solidarietà verso i più deboli, i disabili, i malati, i lontani che hanno acceso gli animi dei nostri nonni e bisnonni sembrano oggi spenti. L’articolo 54 che invita tutti a conformarsi a doveri civici imposti dalle regole di convivenza sociale, sembra lontanissimo da quella che è la quotidianità, fatta di istinti di prevaricazione, brutture e cattiverie. Sono lontani, ammesso che siano mai esistiti, i tempi in cui la solidarietà sociale, il senso di appartenenza a un comune destino spingeva ogni cittadino a rispettare i principi di comunanza propri dell’ordinamento costituzionale. I valori di solidarietà sembrano estranei alla socialità. Le norme dello stato sono calpestate quotidianamente. Si dichiara il falso. Si commettono reati contro la pubblica amministrazione. Si commettono reati contro le persone più deboli e meno fortunate, contro le donne, oggetto di violenza. Tutti atti che lo spirito costituente avrebbe voluto bandire. Sono atti che non dovrebbero più appartenere alle modalità di comportamento comune. Eppure oggi gli istinti più brutali sono nella società. Ancor oggi le donne subiscono violenza, malgrado il principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3. Ancor oggi chi ha un problema di natura fisica e neurologica, il cosiddetto disabile, è oggetto di derisione e di offese. Ancor oggi si commettono crimini che esplicitano una cultura e un umus sociale assolutamente estraneo ai cardini fondamentali della nostra Repubblica. Siamo una società frammentata, in cui i legami valoriali sono andati perduti. In cui chi si fa megafono della Costituzione viene deriso e umiliato. “Sono valori tuoi!” Ecco la terribile frase ascoltata da un cittadino che difendeva la Costituzione. Oggi le persone si fanno estranee dai principi costituzionali. Li rifiutano. Sembrano ignorare l’articolo 54 che impone la fedeltà alla Repubblica e l’osservanza delle leggi e dei valori. Cambiare è possibile! Cambiare è necessario! Troppo spesso si afferma che l’essere solidale è solo del cattolico del cristiano. È un modo per dire che la solidarietà è estranea alla comune convivenza fra gli uomini, fondata sulla laicità. Non è vero! Rispettare il più debole, non farlo sentire estraneo, essere solidale non sono solo valori legati alla fede, ma sono valori frutto della saggezza dei nostri padri costituenti che hanno saputo tradurre dettami evangelici, quindi propri di una sola parte della società, in principi costituzionali validi per ogni cittadino, anche per chi non crede in un entità superiore. Sono questi principi che l’articolo 54 impone a tutti di rispettare. Sono le norme che ci fanno essere persone migliori. Sono le norme che ci obbligano al rispetto reciproco. Ecco perché rispettare la Costituzione, rispettare le norme dello stato, sono un modo per pensare a una società più amichevole. Una società in cui la dignità umana è rispettata. In cui nessuno si deve sentire estraneo e reietto. Tutti siamo chiamati a rispettare le norme e le regole del vivere sociale. Il Malaffare, la delinquenza, i reati contro la persona devono essere stigmatizzati. Bisogna che ci sia un apparato repressivo dello stato efficace. Bisogna che noi cittadini impariamo a rispettare le leggi ed ad imporre agli altri che le rispettino. Bisogna farsi sentinelle della sera, persone in grado di scrutare la realtà che ci circonda e di combattere il male nelle sue svariate forme. Noi abbiamo avuto esempi quali Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e i tanti che come loro sono caduti a causa della violenza mafiosa. Questi valorosi sono morti perché sono rimasti sempre fedeli alla repubblica e alle sue leggi. Hanno combattuto i nemici dello stato, senza mai chinare la testa. Sono  uomini che hanno lottato per il bene della collettività. Sono uomini dello stato che hanno servito la nazione con disciplina e onore, come impone il secondo comma dell’articolo 54. Tutti i cittadini che hanno funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore. Bisogna onorare la carica, elettiva o di nomina o ottenuta per concorso, che si ricopre. Bisogna avere una integrità morale e un’etica superiore a quella di un qualsiasi cittadini. Ricoprire cariche pubbliche dovrebbe essere un incombenza data solo a persone integre dal punto di vista morale. La realtà nel nostro paese non è quella prospettata dalla Costituzione. Ci sono uomini integri come Falcone e Borsellino, ma ci sono anche persone, funzionari infingardi, che utilizzano il loro ruolo istituzionale per compiere illeciti. Le cronache sono piene di notizie che narrano di atti di corruzione e peculato. Ci sono perfino evasori fiscali e corruttori che hanno governato il paese. Questa è la prova lampante di come le regole costituzionali, i valori sociali e politici di cui si fa latrice, vengono ogni giorno  calpestati. Fa rabbia sapere che un uomo che ha evaso il fisco si candidi alla guida del paese. Fa rabbia che quest’uomo consideri la legge Severino, una legge che espelle dal parlamento chi è condannato per reati penali a una pena definitiva, una legge incostituzionale, ignorando così l’articolo 54, che impone che chiunque ricopre cariche pubbliche sia senza colpa. Fa rabbia sapere che molti di noi, cittadini, condividiamo la sua tesi e andremo a votare partiti come Lega e Forza Italia, che sostengono la sua battaglia contro la legalità. Noi invece sosteniamo che bisogna che la pubblica amministrazione, i membri del parlamento, tutte le istituzioni debbano essere improntate al principio di legalità. Chiunque commette reato deve essere espulso dalla pubblica amministrazione. Chiunque chiede il voto per salvarsi dalla giustizia, come fa Berlusconi, ma anche altri di altri partiti, penso al presidente della regione Campania, esponente del Partito democratico, De Luca, deve vedersi la porta sbarrata da parte dei cittadini. Basta corruzione. Basta concussione. È ora che lo stato volti le spalle a questi uomini infingardi. È ora di legalità. È ora che nelle istituzioni ci siano solo persone che compiono le loro attività con decoro e onore. Persone che non si sognerebbero mai di infrangere il codice penale. Persone che avrebbero il pudore di ritirarsi dalla scena politica se solo aleggiasse su di loro il dubbio che abbiano operato per interesse personale e non per il bene dell’intera collettività. Se la cittadinanza è così riluttante a fare propri modelli di solidarietà e di condivisione dei principi costituzionali è proprio perché sulla scena politica ci sono figuri quali Silvio Berlusconi. Cambiare è possibile. Riscoprire i valori di cittadinanza è un modo per vincere la corruzione. Il degrado sociale, che fa deridere chi è  più debole, è l’altra faccia della medaglia del degrado pubblico e politico, che fa delle istituzioni delle vacche da mungere e non degli strumenti di conduzione della cosa pubblica. Cambiare si può, non solo con il voto, ma anche con una tensione morale che riscopre i dettami costituzionali e i valori di solidarietà che contengono. L’articolo 54 conclude la prima parte della Costituzione, quella dedicata ai diritti e ai doveri del cittadino. È un dovere importantissimo quello di rispettare le leggi ed essere fedeli alla Repubblica. Chi è un funzionario dello stato deve giurare fedeltà alla Costituzione e allo Stato. Deve dichiarare il suo pieno accordo ai valori fondanti della nostra collettività. Deve essere esempio di integrità e trasparenza. È un dovere importantissimo, Essere onesti, essere integri moralmente indispensabile per chiunque servi lo stato, che sia appartenete a un’arma o che sia parte di un ufficio civile. L’onestà è la premessa necessaria a una vita pubblica efficiente ed efficace. Non è un caso che questo articolo sia la premessa necessaria alla seconda parte della costituzione, quella dedicata all’ordinamento della Repubblica, quella che normerà il funzionamento degli organi dello stato dal parlamento alla presidenza della repubblica passando per il governo e gli organi giudiziari. La repubblica deve fondarsi sull’onestà e l’integrità morale di tutti i cittadini e soprattutto su quella dei funzionari  pubblici.

Testo di Pellecchia Gianfranco

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