domenica 2 agosto 2020

PARLANDO DI COSTITUZIONE



NOTE A MARGINE DELL’ARTICOLO 52 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

“La difesa della patria è un sacro dovere del cittadino.

Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadini, né l’esercizio dei diritti politici.

L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.

Ora mi accingo ad avventurarmi in un ragionamento complesso e allo stesso tempo di vibrante attualità. Chiedo scusa per le certe castronerie che dirò.

L’articolo 52 della Costituzione Italiana richiama con forza ogni cittadino, ognuno di noi, a difendere il sacro suolo della patria, se invaso da una forza ostile straniera. Su questo ci sono pochi dubbi. Nel 1915 L’Austria tentava di occupare le nostre sacre sponde, i nostri avi dovevano difenderla. Era un principio già assodato anche prima che fosse scritta la Carta Costituzionale. Se, malauguratamente, qualche stato ci volesse invadere, noi dobbiamo difendere, anche oggi, l’Italia, esattamente come hanno fatto i nostri avi. Lo dice la Costituzione, ma ce l’impone anche il nostro spirito di appartenenza a un destino comune. Questo è un dato assodato. Ma cosa vuol dire difendere la nazione? Chi è o chi sono gli invasori? Qui il discorso diviene più complesso. Quando i principi si confrontano con la realtà dei fatti, la questione si complica. A me il pensiero corre al senatore Matteo Salvini. In questi giorni ha dichiarato che ha ordinato di fermare lo sbarco dei migranti l’anno scorso per ottemperare all’articolo 52. Ora le questioni sono molte. La prima è vero che noi siamo invasi? È vero che l’Italia è sotto attacco da sud, attraverso lo sbarco ininterrotto di clandestini? La risposta è “si”. Se guardiamo ai risultati elettorali che vedono la destra guidata dalla Lega ai massimi del consenso, l’Italia si sente invasa. Ricordiamo che oggi Salvini è sotto processo per “rapimento”. Cioè la magistratura ha ritenuto illecito da parte di un’autorità, al momento dei fatti contestati Matteo Salvini era Ministro degli Interni, tenere al largo, su una nave instabile, donne e bambini solo perché non cittadini italiani e privi di permesso di soggiorno, insomma clandestini. Ha ritenuto che quel gesto di un’autorità dell’esecutivo fosse paragonabile al gesto dei briganti di Gallura. Ora il processo non si è svolto. Matteo Salvini è senza dubbio innocente, fino a sentenza definitiva. La questione è capire se è lecito indagarlo sulla questione o, come afferma il popolo della destra, fermare l’immigrazione è un atto così vitale e necessario per il bene dello Stato e della Nazione Italiana, che il parlamento doveva negare perfino l’autorizzazione a procedere l’inchiesta? Il senato ha dato sulla questione parere ondivago. Una prima volta ha ritenuto che indagare il ministro degli interni che ferma una nave è censurabile. Una seconda e terza volta si espresso in maniera opposta, stabilendo che i magistrati potessero procedere alle indagini. Che cosa è successo? I fatti non sono cambiati. Salvini, il suo staff ministeriale, ha dato ordine di fermare tre navi. Quello che è cambiato nel frattempo è il governo. Al momento del primo voto parlamentare c’era un governo che si poggiava su una maggioranza parlamentare composta da Movimento Cinque e Lega. Oggi c’è un governo che ha il consenso di M5s, Partito Democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva. Ora bisognerebbe essere chiari. Se Salvini ha difeso la nazione prima, lo ha fatto anche adesso. E viceversa. Come si può cambiare punto di vista in materia penale,se cambia una maggioranza? Insomma se è giusto fermare una nave che ha a bordo uomini, donne e bambini in una circostanza, è giusto sempre. Salvini ha ragione, ha difeso la patria. Se la risposta è si l’ha fatto sempre. Allora proviamo a ragionare. Proviamo a dire la nostra. Non si può reputare un’invasione l’arrivo di migranti. Detto questo, bisogna anche chiarire che la gestione del fenomeno immigratorio è oggi una questione complessa e decisiva per i destini del paese. Non è solo una questione elettorale, non si può ridurre la discussione sul tema: “Salvini specula sul pericolo immigratorio per avere voti”. Non è falsa questa affermazione, ma non riesce a inquadrare nella sua totalità la questione. Il fenomeno immigrazione è un ambito importante della vita politica e sociale di tutte le nazioni, anche Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti proprio perché, come Salvini, è riuscito a convincere una parte importante dell’elettorato che lui sarebbe stato “La Soluzione” all’arrivo negli USA di tanti troppi migranti latino americani. Insomma dire che chi ha paura dell’immigrazione è necessariamente razzista è sbagliato. Altra questione è capire se la lotta cruenta alll’immigrazione porta ad aumentare i consensi della popolazione nelle varie nazioni. La risposta è in parte si. Allora è bene trovare risposte tranquillizzanti a una popolazione che sente le proprie sicurezze svanire. Provare ad operare affinché si trovi una concreta soluzione all’impoverimento  oggettivo di una parte consistente della società non solo italiana, ma di tutto quello che si chiama Occidente. Allora politica inclusiva vuol dire trovare soluzioni ad emergenze concrete. Provare a ripartire da una politica inclusiva, che non vuole escludere nessuno “migrante” o “autoctono” che sia. Faccio un esempio. Salvini ha gridato l’allarme: i migranti portano il Corona Virus. In parte è vero. Ci sono persone sul barcone che erano malate. E sono arrivate in Italia. Ma perché l’Italia si deve difendere solo dall’attacco esterno. Perché il popolo deve sentire un nemico da fermare il migrante malato e invece si deve sentire impotente davanti a cliniche, come il Pio Albergo Trivulzio di Milano, che per incuria delle istituzioni, sono diventate focolaio di malattia. Perché “l’untore” italiano deve  essere rispettato e invece l’untore straniero ricacciato? Un uomo di destra dirà: la verità è che la Lombardia era preda del male, non si poteva fare nulla, mentre l’immigrazione può essere fermata. Forse ha ragione. Ma azzardo. Non sarebbe anche “difesa della patria” fare in modo di attuare tutte le profilassi necessarie per evitare che una malattia si diffonda nel nostro paese? Insomma le istituzioni lombarde, indagate a vario titolo, non avrebbero ignorato l’articolo 52 della Costituzione, provocando un danno ben più grave di quello che avrebbe fatto Matteo Salvini se, quando era Ministro degli Interni, non avesse chiuso le frontiere? Non sarebbe stato meglio difendere l’Italia, la Lombardia, le persone dal Corona Virus? La risposta è complessa. Io me la sono data, ma so che chi ha una formazione politica e culturale diversa dalla mia si darà una risposta diversa e diametralmente opposta. Non bisogna avere paura della differenza d’opinione, bisogna aver paura di utilizzare il linguaggio come una frusta per torturare il proprio accidentale antagonista. Io, lo dico chiaro, considero l’operato di Salvini meritevole di un accertamento giudiziario. Poi la sua colpevolezza o innocenza non spetta a me deciderla, ma ai giudici competenti. Per me il segretario della lega rimane persona innocente fino a sentenza definitiva di un tribunale competente. L’articolo 27 secondo comma della Costituzione Italiana è chiaro in proposito, e questa non è solo una legge dello stato, è anche un principio volto al rispetto della libertà individuale di tutti e di chiunque, compreso il Leader legista, ci mancherebbe altro..

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