FELICITA'
In questi momenti così particolari e
complicati, nei quali il nostro paese sta cercando di superare le difficoltà e
i lutti prodotti dal Corona Virus, la soluzione per trovare un po' di quiete è
nella lettura. Perdersi nelle pagine dei grandi romanzieri, farsi trascinare da
storie coinvolgenti, è l'unico modo, a mio modesto parere, per ritrovare un
pizzico di gioia. Riscoprire Honore' de Balzac. Rileggere Garcia Maquez.
Perdersi nei tormentati e tormentosi vicoli della Dublino di James Joyce.
Percorre Il sentiero dei nidi di ragno assieme a Italo Calvino. Ripercorre la
fuga da Troia e il viaggio verso il Lazio di Enea. Ricordare le gesta di
Ulisse, Aiace, Ettore e Achille. Riscoprire il giocoso e vizioso Trimalcione
raccontato da Petronio nel suo Satyricon. Riscoprire la complessa vita
interiore di Cesare Pavese, avendo cura di apprezzare la bellezza e l'intensità
dei suoi romanzi. Questo è il momento per potersi abbandonare alla bellezza
della letteratura. Chiusi nelle nostre casa, temendo il contagio, potremmo
raccontare e raccontarci gradi storie esattamente come hanno fatto i giovani
del 1300 raccontati da Giovanni Boccaccio nel suo "Decamerone",
quando la peste faceva tremare Firenze. E' vero il pericolo sembra meno
stringente. Oggi siamo chiamati ad uscire per riprendere le nostre attività
lavorative, dopo mesi di chiusura legata alla paura del morbo. Ma pur potendo
ricominciare a vivere la nostra vita esteriore, non dobbiamo scordarci di
arricchire la nostra vita interiore, facendo propri i più grandi pensieri
prodotti dal genere umano. Ecco perché il romanzo, il racconto, fa bene a tutti
noi. Usciamo per andare nelle librerie e nelle biblioteche, rompiamo i lacci
della paura attraverso la grande letteratura. Il mondo ci apparirà migliore. Le
difficoltà saranno meno insormontabili. Vi parla uno che non conosce i veri
arcani dell'arte dello scrivere. Che spesso, purtroppo per me, si perde anche
nell'utilizzo delle più rudimentali regole della grammatica e della sintassi.
Uno che commette strafalcioni. Ma anche un ignorante, un incolto come me, trova
nel romanzo un'oasi di pace e un momento di maturazione della propria
interiorità che è preziosa. Ecco perché mi trovo qui a esprimere la bellezza
della Cultura, è non è solo fine a se stessa ma è soprattutto strumento di
accrescimento non solo intellettuale ma anche umano.
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