VOTO O NON VOTO
I sondaggi parlano di un alto astensionismo che caratterizzerà le elezioni nazionali italiane del 4 marzo 2018. I cittadini italiani sono scorati. Non hanno fiducia nelle istituzioni e soprattutto nei partiti. I sondaggi parlano chiaro. La sfiducia nei politici è altissima. La classe dirigente italiana non appare moralmente e professionalmente degna di apprezzamento. E' forte la sensazione che chi è chiamato ad avere le redini del paese non abbia le competenze giuste. La classe politica ha sempre deluso le attese della gente comune. Allora davanti a questo stato di cose la scelta di molti sembra orientata all'astensionismo. Nella regione Emilia Romagna, una delle terre italiane in cui la popolazione ha sempre partecipato convintamente al voto, alle ultime elezioni regionali si è registrato l'astensione di più del 50% degli aventi diritto. Un dato che boccia la politica della sinistra, che è sempre stato lo schieramento politico più votato nella Bassa Padana, ma anche per tutto l'arco istituzionale. Questo fenomeno d'astensione sembra si ripeterà alle prossime elezioni nazionali, così dicono i sondaggi. Allora non rimane che constatare come la delusione verso le forze politiche è ampia. Bisogna che ci sia un forte rinnovamento oltre che politico, anche sociale e culturale. La società italiana deve pensare a se stessa e al proprio futuro ripartendo da valori condivisi. Bisogna riscoprirsi comunità di persone. Il senso di abbandono da parte delle istituzioni deve essere un modo per rialzare la testa. E' giunto il tempo di riprenderci in mano il proprio destino. Questa è un'intuizione avuta già da tempo da Beppe Grillo. Il comico genovese è riuscito a creare un afflato di partecipazione collettiva, una volontà comune di affrontare e risolvere i problemi, che lo ha portato a fondare, assieme al compianto Gianroberto Casaleggio, il Movimento Cinque Stelle che si fonda sulla compartecipazione di tutti i cittadini alle decisioni politiche attraverso la rete. A dire il vero il M5S ha manifestato qualche contraddizione quando è stato chiamato ad amministrare le città, particolarmente Roma e Torino. Rimane l'idea che per rinnovare l'Italia occorre la partecipazione collettiva. Magari non è necessario andare alle urne. Se una persona non si riconosce in nessuno dei partiti, forse, è giusto che non vada a votare, malgrado l'esercizio del voto sia un dovere civico. Però quello che serve al paese è la partecipazione. Quello che serve è l'impegno di tutti, magari attraverso il volontariato, magari attraverso l'azione civica, magari protestando contro il degrado. Partecipare si può e si deve per migliorare questo paese.
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