LA RAZZA E LA COSTITUZIONE
Attilio Fontana, candidato di Forza Italia e Lega alla presidenza della regione lombardia, ha dichiarato: la parola "razza" è in costituzione. Ha fatto questa dichiarazione, veritiera basta leggere l'articolo 3 della nostra carta fondamentale, per cercare di smorzare le polemiche su un'altra sua precedente dichiarazione. Qualche giorno addietro aveva dichiarato infatti che bisognava difendere la "razza bianca italiana dall'invasione". Ovviamente questa frase rievoca le terribili leggi razziali del 1938, non certo la Costituzione. Però, come ho anticipato, Fontana non dice il falso. Il termine razza è citato in costituzione per esprimere un semplice concetto: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali.. senza distinzione.. di razza. Insomma la nostra carta fondamentale cita la "razza" per negare il razzismo. Per negare quella cultura, fondata su presupposti falsi e infingardi, che ritiene l'essere di carnagione bianca indice di superiorità. Altro che difendere la "razza bianca", la nostra Costituzione nega il diritto di cittadinanza di alcune idee perniciose quali il razzismo. Fontana usa un sofismo. Con un gioco concettuale, anche interessante dal punto di vista della dialettica, afferma se in costituzione il termine "razza" è citato, anche se per negare il diritto di discriminare a sua causa, vuol dire che il concetto di razza è contemplato, vuol dire che anche i nostri padri costituenti, come Mussolini e Hitler, consideravano la razza italiana diversa dalla razza, faccio un esempio, svedese,anche se non ritenevano che questo fosse motivo di discriminazione. Dal punto di vista di un'analisi storica del procedimento di stesura della Carta Costituzionale, questa tesi è facilmente, a mio modesto avviso, confutabile. I Costituenti usarono il termine razza non perché erano convinti che ci fossero altre razze se non quella umana. Scrissero questa parola per ricordare l'infamia delle leggi razziali volute dal regime fascista nemmeno un decennio prima. Se il fascismo usa la razza come termine di riconoscimento dell'Italiano, in costituzione deve essere chiaro che mai più un docente universitario, un lavoratore, un impiegato un cittadino vedrà negarsi i suoi diritti politici e sociali, perché facente parte di una minoranza, quale era quella ebraica. Doveva essere chiaro che le leggi razziali del fascismo sono state un germe maligno che si è incuneato nella cultura sana dell'Italia. Quello che dispiace è che la Lombardia, che durante la guerra di Resistenza si è distinta eroicamente nella lotta contro la barbarie nazista, possa avere un candidato alla presidenza che considera la "razza" un bene da difendere.
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