lunedì 1 gennaio 2018

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE



RICORDARE LA COSTITUZIONE
Ieri il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha pronunciato agli italiani il tradizionale discorso di fine anno. Come ogni 31 dicembre il primo cittadino della repubblica fa un bilancio istituzionale dell'anno trascorso e traccia le linee di quello che verrà. Mattarella ha scelto di cominciare il suo discorso dedicando alcune parole belle e sentite alla Costituzione che proprio oggi compie i suoi primi settantanni di vita. Ha ricordato come la legge fondamentale è la fondamenta della nostra casa comune. Come ricordava Don Luigi Sturzo, uno dei nostri padri costituenti e reggitori della democrazia italiana nascente. Sui valori che sono contenuti nella Costituzione si fonda il nostro vivere civile. A Marzo, ha ancora ricordato Mattarella, andremo a votare, bisogna ricordare che questo è il modo più consono per manifestare la volontà del popolo, che siamo tutti noi. Astenerci vuol dire non contribuire alla diuturna ricerca di un domani migliore per ciascuno di noi e per l'intera comunità. Sergio Mattarella ha fatto un parallelo fra la generazione nata nel 1999, che si accinge a votare quest'anno per la prima volta, e la generazione nata nel 1899, quella nel 1917 si accingeva ad andare al fronte. Dobbiamo ringraziare il cielo e la nostra costituzione, fondata sulla pace e la fraternità dei popoli, se il nostro paese da settantanni non conosce guerra nei propri confini. Bisogna ringraziare le sforzo dei padri costituenti se i nostri giovani non si armano di fucili ma di matita e scheda elettorale per decidere i destini del paese. Il presidente ha ricordato tutti i cittadini italiani che vivono tutt'oggi in una situazione precaria, senza casa, a causa dei vari sisma che si sono susseguiti. Ad Ischia, in Abruzzo, nel Lazio in Umbria si sta lavorando ma non abbastanza, ha tuonato il presidente, per ridare serenità alla gente. Il presidente ha ricordato anche la siccità e gli incendi boschivi causati dai cambiamenti climatici, bisogna far qualcosa per conciliare progresso e natura. Ha ricordato l'Ilva di Taranto fabbrica in cui il lavoro e l'ambiente sembrano due valori fra loro inconciliabili. Bisogna trovare un anello di congiunzione, un modo per armonizzare la natura e lo sviluppo ha detto Mattarella. Il lavoro deve essere messo al primo posto dell'agenda del paese. Bisogna dare dignità a tutti coloro che lavorano e vogliono lavorare,quindi anche i disoccupati e gli inoccupati, come dice tutto il titolo III della nostra costituzione. Mattarella conclude augurando che il nuovo anno porti speranza e felicità per il nostro paese e per ognuno di noi.
Testo di Giovanni Falagario

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