sabato 13 gennaio 2018

VIAGGIO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA ARTICOLO 6

ARTICOLO 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Prosegue l'iniziativa di "Racconto a mano Libera" che pubblica gli articoli della costituzione italiana in occasione del settantesimo anniversario dell'entrata in vigore della nostra legge fondamentale. Oggi parliamo di un articolo che, seppur nella sua brevità, è uno dei più significativi. Per la prima volta nel nostro paese si proclama solennemente che le minoranze hanno diritti che lo stato tutela. Nel 1947, quando si scrive la costituzione, sono passati pochi anni dalle politiche di "italianizzazione" forzata perseguite dal fascismo. In regioni come l'alto Adige il fascismo aveva misconosciuto la presenza della comunità germanofona, pur presente da molti secoli. Lo stesso aveva fatto, nelle terre balcaniche occupate dall'Italia e durante la guerra, con le comunità di lingua croata.insomma il fascismo aveva perseguitato chiunque non parlasse l'italiano quale lingua madre. A questa violenza contro le minoranze i costituenti hanno risposto con l'articolo 6, che invece rende la Repubblica, lo stato, garante della cultura e della lingua delle minoranze. È un atto di democrazia e di libertà. Ogni cittadino italiano deve esprimersi secondo gli usi e i costumi dei propri avi, se lo vuole. La diversità è ricchezza. Lo stesso spirito che ha spinto i costituenti a scrivere norme in difesa dei malati poveri e diseredati ha spinto a scrivere in favore delle minoranze linguistiche. Chi fa parte di una minoranza, per qualsiasi motivo, deve essere tutelato. Urge notare che il costituente parla di minoranze linguistiche. Non considera affatto la questione etnica. Non ci sono tedeschi o francesi, ci sono francofoni e germanofoni. I costituenti avevano ben in mente le leggi razziali del regime fascista, perciò considerarono orrendo e da cancellare il termine "razza" così usato dal nazifascismo. Fa specie e dispiace che a settanta anni dalla promulgazione della carta in Italia non ci sia una legge che dichiari che si è italiani, cittadini, non per sangue, non per ascendenza parentale, ma per nascita e per cultura. Non è un caso, forse,che la non adozione di questa norma fa felice soprattutto la destra che ricorda con nostalgia il fascismo e le leggi razziali che Mussolini ha voluto.ma pensiamo in positivo. Malgrado queste persone abbiamo ancora la nostra costituzione che ci insegna i valori della tolleranza e del rispetto della diversità. Durante i primi anni della Repubblica l'attuazione dell'articolo 6 portò alla creazione delle regioni a statuto speciale. In Val d'Aosta, in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia si adottarono ordinamenti locali volti alla tutela delle minoranze linguistiche. Nei primi anni del XXI secolo furono fatte delle leggi a tutela delle minoranze linguistiche che vivono in altre regioni. Il percorso in difesa delle minoranze è stato lungo, difficoltoso, contraddittorio e purtroppo ancora incompleto. Altre realtà si affacciano nel nostro paese, altre minoranze vivono nella penisola, giungendo da terre lontane. È il tempo che tutte queste realtà siano tutelate. Dobbiamo avere lo stesso spirito solidale che fu dei nostri padri costituenti.
Testo di Giovanni Falagario

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