LA BEFANA
Il termine "befana" non è altro che la corruzione lessicale del termine Epifania. In Toscano medievale il giorno 6 gennaio era chiamato appunto "befana". Con la scelta lessicale del toscano colto, che sarebbe diventato italiano, di lasciare immutato il termine "Epifania" per indicare il giorno di festa, la parola Befana, nella tradizione popolare italiana, si personificò. Divenne la vecchina che porta i doni ai bambini e che noi aspettiamo ansiosi la mattina, temendo che ci porti carbone come fa con le persone cattive. Noi il 6 gennaio ricordiamo i tre re magi che portarono al bambin Gesù oro, incenso e mirra. Nella cultura latina, invece, il 6 gennaio era il giorno della conclusione dei riti legati al culto del "sol invictus". I riti del sole invincibile cominciavano il 25 dicembre, data del solstizio d'inverno per i romani, e si concludevano dodici giorni dopo. Perché le festività invernali romane duravano dodici giorni? Perché i latini dedicavano dodici giorni alla festa che celebrava l'allungarsi delle giornate?. La risposta sembra legata all'avvicendarsi delle stagioni e al procedere del tempo. Ogni giorno di festa era l'allegoria di un mese dell'anno. I romani festeggiavano in dodici giorni l'intero anno che verrà. A questo punto dobbiamo pensare che i riti pagani, legati alla caccia, alla agricoltura e alla natura, fossero dedicati alla dea Diana, dea dell'arte venatoria, a Gea, dea terra e madre,e alle ninfe, divinità della natura. All'avvento del cristianesimo questi riti furono condannati. Vennero considerati manifestazione diabolica. Il rito del Sol invictus venne soppiantato dalla commemorazione e celebrazione della nascita del salvatore, Gesù. I riti di conclusione della festa di inverno, che i romani dedicavano al celebrazione del susseguirsi dei mesi solari, ricadendo il 6 gennaio, furono soppiantati dalla manifestazione della divinità e della regalità del Cristo, l'epifania. Quello che rimase dei riti propiziatori romani, che auspicavano un anno ricco e abbondante, è la vecchina che donava primizie, i primi frutti della stagione, ai bambini più meritevoli. Insomma la vecchina è ciò che lega l'Epifania alla antica tradizione contadina dei nostri antichi progenitori. La Befana è quel sano sopravvivere di una cultura e religione pagana legata ai ritmi della terra. Potremmo dire che la Befana è l'allegoria della Terra Stessa. Una terra benigna, che non fa mancare i propri frutti, anche se l'inverno è incipiente. Anche se la terra è fredda e dura, segnata da un vento gelido, la natura non preclude al suo figlio, l'uomo, doni e auguri di prosperità. Mi raccomando bambini vogliate bene alla befana, che come la madre terra vi accarezza e vi accudisce.
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