martedì 2 gennaio 2018

PROTESTE IN IRAN



IRAN: IL POPOLO INSORGE
Contro il carovita e un regime autoritario il popolo iraniano in queste ore scende in piazza. Una protesta oceanica che ha spiazzato il regime di Teheran che non si attendeva l'avvio di moti popolari. Come era già successo nel 2009 la gioventù della Persia occupa le strade, fa sentire la sua voce. Chiedono una riforma radicale del sistema, meno controllo da parte delle autorità religiose islamiche e più esercizio della democrazia. L'Iran vive da tempo una crisi economica senza precedenti. La guerra che sta compiendo contro lo Stato Islamico in Iraq e in Siria sta spossando le sue finanze. La popolazione è infuriata. Chiede che il regime smetta di utilizzare soldi ed energie per appoggiare Hassad e la il popolo palestinese e si concentri sulla ricostruzione economica. Questa ondata di protesta potrebbe sconvolgere gli assetti politici di un Iran che è ormai da tempo l'ago della bilancia in Medio Oriente. Teheran da essere dominus della scacchiera asiatica, potrebbe diventare il luogo in cui si svolge un guerra civile. Trump esulta. Non c'è dubbio che le manifestazioni in Iran confermano la giustezza della sua politica in Medio Oriente volta ad appoggiare Israele che considera da sempre l'Iran il suo principale nemico. Ovviamente non possiamo che essere con lui nell'appoggiare la popolazione che esprime il suo afflato alla libertà e alla giustizia. Speriamo vivamente che l'Iran possa rinnovarsi e riscoprire le sue tradizioni umaniste. La popolazione iraniana nella storia è sempre stata capace di esprimere cultura, apertura all'altro e libertà. Speriamo che queste manifestazioni dischiudano una nuova stagione di rinascita non solo per il Medioriente ma per l'intera umanità. Intanto il regime comincia ad usare le armi. Già si registrano morti fra le fila dei dissidenti scesi in piazza. I Pasdaran, la guardi islamica, ha reagito alle manifestazioni sparando alcuni colpi di arma da fuoco sulla gente. Quello che può succedere in Iran è un'incognita. Il dialogo imbastito da Europa e da Usa obamiani di solo un paio di anni fa sembra depositato per sempre nell'armadio dei fallimenti della storia. A vincere sembra la politica di Trump sempre meno accondiscendente verso il potere persiano. Intanto in Iran i conservatori, coloro che hanno criticato le pur limitate aperture democratiche dell'attuale presidente Rouhani, pensano già al loro ritorno al potere. Chi avrà ragione Trump che pensa che la chiusura del dialogo con l'Iran porti la caduta del reggime degli aiattollah oppure la parte conservatrice dell'Iran che vede nella debolezza di Rouhani in modo per tornare al potere? Staremo a vedere.Ciò non toglie che l'appoggio alla popolazione iraniana che sta esprimendo il suo malcontento è doveroso. Un popolo ha diritto a chiedere libertà, dignità e giustizia sociale.
testo di Giovanni Falagario

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