domenica 14 giugno 2020

COPPA ITALIA

UNA FINALE NAPOLI JUVENTUS
Fra ieri, 13/06/2020, e l'altro ieri, 12/06/2020, si sono giocate le semifinali di Coppa Italia dell'anno calcistico '19 '20. Si sono affrontate Napoli ed Inter, in una gara, e Milan e Juventus nell'altra. E' stato il ritorno del calcio professionistico nel nostro paese dopo mesi di lock down, la chiusura imposta dal governo a tutte le attività non strettamente indispensabili per garantire i servizi essenziali. Le due partite si sono giocate a porte chiuse. Gli stadi non avevano i soliti spettatori che affollano festanti e bramosi di vittoria. Il silenzio spettrale si spezzava solo grazie ai palpiti e ai respiri degli atleti. Noi tifosi potevamo assistere all'evento solo attraverso la televisione. Alla fine a spuntarla sono le capitali rispettivamente dei Borboni e dei Savoia, a farne le spese sono le due squadre che si affacciano sul Duomo Meneghino. Ma i risultati non contano. Certo i tifosi delle due squadre Lombarde saranno un po' tristi e i tifosi partenopei e piemontesi saranno felici. Quello che importa è che è stato fatto un altro piccolo passo verso la normalità. Ad essere un po' cattivi, si può pensare che è meglio così, almeno "il popolo" (come lo chiama Salvini) non ha potuto fare i suoi soliti "bu" ai calciatori di colore. Certo fa dolore costatare che il leader della destra, colui che è chiamato a governare l'Italia, ha ragione su questo tema. Ma non si può contestargli il dato che "il popolo", colui che fremente lo abbraccia nelle sue uscite pubbliche, che gli è stato vicino a Roma, qualche giorno fa, è lo stesso dei cori da stadio. E' la punta di diamante della cultura di destra. Ma oggi vorremo ricordare un calcio diverso, un calcio senza "il popolo". Un calcio senza urli razzisti, senza odio. Guardato da persone semplici che vogliono solo distrarsi da una vita segnata sia dalla malattia che, soprattutto, dalle difficoltà economiche e sociali. Disabili che sono costretti a una vita di esclusione, persone sole, ma anche gente comune che vuol rinasce ha visto quelle partite. Allora una volta tanto il risultato non conta. Conta la voglia di essere parte di un sogno comune. Poi domani i disabili saranno rinchiusi nel loro ghetto, chi sta indietro sarà spinto ancora più indietro, ma oggi guardando le partite di semifinale di Coppa Italia e pensando alla finale, proviamo a pensare che l'Italia possa rinascere per tutti, a prescindere dal sesso, dalla razza e dalle condizioni di salute.
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