UNA RISATA VI SEPPELLIRA'
IL GIULLARE
E'
d'obbligo, prima di parlare della figura storica del giullare, ricordare il
maggiore studioso e il più grande rievocatore del XX secolo di tale figura.
Parlo di Dario Fo. Le sue commedie di ambientazione medievale, fra le quali la
più conosciuta "Mistero Buffo", hanno come protagonista questa figura
arcaica. Il Giullare è il libero. Libero di dire ciò che vuole al re come al
papa. Libero di girovagare nelle province, essendo intoccabile, perché latore
di un messaggio che ha quasi le sembianze del divino. Un divino che è quasi
classico, il Giullare è il Fauno o Dionisio, non è certo una figura cristiana.
Il Giullare è colui che può prendersi beffe di qualunque persona. Colui che può
infrangere le rigide regole del Medioevo, l'età in cui opera. Colui che può
parlare al nobile come al contadino, in un tempo in cui la convivenza fra
persone di diverso censo era considerata addirittura sacrilega. Dario Fo scrive
diverse commedie in cui il giullare diviene il creatore di un linguaggio nuovo,
capace di sfondare tutte le barriere sociali e di farsi capire da tutti.
Probabilmente anche i giullari storicamente vissuti avevano tali
caratteristiche. Erano capaci di parlare nelle città comunali nascenti, in cui
il ceto artigiano cominciava a prendere le redini del potere, e nei castelli in
cui la rigidità della scala sociale imponeva che tutti dovevano essere
sottomessi al signore. Il Giullare aveva invece diritto, come matto cioè libero
dalle rigidi regole censuarie e nobiliari, di non "avere peli sulla
lingua". Il re poteva essere sbeffeggiato, si potevano raccontare le sue
storie d'amore illecite, le sue malefatte, i suoi atti di ingiustizia. Il
Giullare aveva una sorta di nullaosta, non gli era negato, quando recitava, di
raccontare il vero anche se questo fosse composto di oscure realtà. Insomma il
teatro diventa uno strumento per disvelare le realtà più crude. Mi viene di
rievocare il tema "del sipario spezzato" di Luigi Pirandello.
L'autore siciliano dell'Ottocento/Novecento chiama con questo temine la
capacità di lambire il vero, pur essendo questo quasi inafferrabile, da parte
dell'arte. Il teatro riesce a raccontare l'essenza delle cose e degli esseri
umani, rompendo le regole non solo sceniche ma anche sociali e riuscendo a
raccontare cosa c'è, anche nella sua pochezza, dietro la figura del giudice,
del politico, dell'intellettuale ma anche dietro la figura della mamma o del
papà. Insomma l'arte teatrale nella sua finzione riesce a raccontare che la
vita è finzione e a spronare alla ricerca dell'essenziale dell'esistenza. In
ultima analisi il provocare, il dissacrare, il rompere gli equilibri sociali è
il modo per scoprire quello che i filosofi chiamano l'Essere. E' questo
l'obbiettivo dei Giullari. Vogliono raccontare una verità che va oltre gli
schemi sociali della loro epoca. Vogliono raccontare non il contadino o il
mercante del 1200, ma vogliono raccontare l'Uomo e la Donna nella loro valenza
assoluta. Vogliono raccontare la Donna? Si! Perché bisogna aggiungere che il
Giullare, in un contesto patriarcale e maschilista, riesce a sbarazzarsi anche
dei pregiudizi sessisti. Tanto è vero che nelle compagnie girovaghe comincia ad
avere un ruolo anche la donna. Insomma la poesia giullare è nel Medioevo, come
ancora oggi, un modo per rompere tutto ciò che artificiale, E' la capacità di
incrinare la finzione con la finzione.E' insomma la capacità di raccontare
quello che non funziona e soprattutto la verità attraverso la finzione scenica
e la poesia. E' quell'arte di mezzo, La Commedia, che Dante Alighieri
considererà lo strumento migliore per poetare, che racconta ai propri lettori o
spettatori i mali e il bene della cultura comunale. Un ultima considerazione:
l'arte giullaresca è libera dagli schemi. Per questo motivo è l'unico mezzo
poetico che utilizza sia il latino classico che il volgare per esprimersi. Al
Giullare, quando esercita la sua arte, tutto è concesso, anche fare una
miscellanea di stili e di linguaggi. Insomma il suo lavoro anche nella
rettorica e nella sintassi è sempre libero
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