VIVERE INSIEME
Difficile trovare le parole per esprimete la pluralità di
emozioni che ha suscitato l’episodio di Mondragone in provincia di provincia di
Caserta. Ricordiamo che in una palazzina, abitata per lo più, da braccianti di
origine bulgara, qualche giorno fa si è registrato un numero consistente di
positivi al Covid 19. La popolazione locale giustamente si è allarmata. Il
pensiero è corso al passato, ad esempio a ciò che è successo al “Pio Albergo
Trivulzio” ove scelte un po’ discutibili della Regione Lombardia hanno acceso
un terribile focolaio del morbo. La popolazione campana è scesa in piazza. Ha
chiesto maggiori controlli. Sono necessarie maggiori tutele. Non è ammissibile
che il virus si diffonda in luoghi densamente abitati. Il Presidente della
Regione Campania, Antonio De Luca, ha chiesto ed ottenuto l’intervento dell’esercito
e delle forze dell’ordine per controllare l’emergenza sanitaria che si è presto
trasformata anche in emergenza legata all’ordine pubblico. La situazione al
momento appare sotto controllo. La popolazione è rientrata nelle proprie case,
dopo ore di sit-in. Ma appare lampante che è difficile prospettare una concreta
via alla convivenza. I braccianti stranieri oggi occupano un ruolo importante e
necessario per la gestione dei raccolti italiani, al Nord come al Sud del
nostro paese. Le tensioni, dovute a oggettive incomprensioni interculturali, ci
sono. Non è un caso che partiti importanti come la Lega, fondino il proprio
stesso essere sulla capacità di mettere a fuoco questo problema. La nuova
terribile malattia, che si propaga attraverso l’etere, è un ulteriore motivo di
ostacolo al pacifico cooperare fra i soggetti. L’estraneo, purtroppo, appare
anche come l’untore. Dette queste terribili parole, pare opportuno rimodulare
il nostro pensiero. Rivolgerlo a coloro che sono incappati nel male, che si
sono ammalati. È opportuno, anzi necessario, pensare a costruire una catena di
solidarietà che vada oltre ogni differenza e si concretizzi con l’obbiettivo di
garantire speranza di vita dignitosa a tutti. Non si può non aver un pensiero
che auguri pronta guarigione al malato che non ha la cittadinanza italiana. Non
si può considerare un nemico chi vive fuori al nostro cerchi di legami più
stretti. Il Convid impone un distanziamento fisico per evitare il contagio, ma
non può costruire barriere al dialogo fra le persone. Il nostro pensiero va ai
valenti medici che in questi mesi difficilissimi hanno operato per
salvaguardare la vita di tutti. Non hanno fatto differenze. Loro stessi si sono
ammalati, purtroppo è avvenuto per un numero non esiguo di essi, per portare
agli altri la guarigione. Vivere insieme vuol dire questo. Saper utilizza le proprie
competenze, piccole o grandi che siano, per garantire all’intera comunità una
sana e proficua vita. Bisogna saper affrontare l’emergenza insieme. Bisogna
pensare a una battaglia efficace non contro il nostro prossimo, ma contro quel
tremendo microrganismo che ha cambiato la nostra esistenza. Dobbiamo farcela.
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