venerdì 26 giugno 2020

EMERGENZA SANITARIA CAMPANA



VIVERE INSIEME

Difficile trovare le parole per esprimete la pluralità di emozioni che ha suscitato l’episodio di Mondragone in provincia di provincia di Caserta. Ricordiamo che in una palazzina, abitata per lo più, da braccianti di origine bulgara, qualche giorno fa si è registrato un numero consistente di positivi al Covid 19. La popolazione locale giustamente si è allarmata. Il pensiero è corso al passato, ad esempio a ciò che è successo al “Pio Albergo Trivulzio” ove scelte un po’ discutibili della Regione Lombardia hanno acceso un terribile focolaio del morbo. La popolazione campana è scesa in piazza. Ha chiesto maggiori controlli. Sono necessarie maggiori tutele. Non è ammissibile che il virus si diffonda in luoghi densamente abitati. Il Presidente della Regione Campania, Antonio De Luca, ha chiesto ed ottenuto l’intervento dell’esercito e delle forze dell’ordine per controllare l’emergenza sanitaria che si è presto trasformata anche in emergenza legata all’ordine pubblico. La situazione al momento appare sotto controllo. La popolazione è rientrata nelle proprie case, dopo ore di sit-in. Ma appare lampante che è difficile prospettare una concreta via alla convivenza. I braccianti stranieri oggi occupano un ruolo importante e necessario per la gestione dei raccolti italiani, al Nord come al Sud del nostro paese. Le tensioni, dovute a oggettive incomprensioni interculturali, ci sono. Non è un caso che partiti importanti come la Lega, fondino il proprio stesso essere sulla capacità di mettere a fuoco questo problema. La nuova terribile malattia, che si propaga attraverso l’etere, è un ulteriore motivo di ostacolo al pacifico cooperare fra i soggetti. L’estraneo, purtroppo, appare anche come l’untore. Dette queste terribili parole, pare opportuno rimodulare il nostro pensiero. Rivolgerlo a coloro che sono incappati nel male, che si sono ammalati. È opportuno, anzi necessario, pensare a costruire una catena di solidarietà che vada oltre ogni differenza e si concretizzi con l’obbiettivo di garantire speranza di vita dignitosa a tutti. Non si può non aver un pensiero che auguri pronta guarigione al malato che non ha la cittadinanza italiana. Non si può considerare un nemico chi vive fuori al nostro cerchi di legami più stretti. Il Convid impone un distanziamento fisico per evitare il contagio, ma non può costruire barriere al dialogo fra le persone. Il nostro pensiero va ai valenti medici che in questi mesi difficilissimi hanno operato per salvaguardare la vita di tutti. Non hanno fatto differenze. Loro stessi si sono ammalati, purtroppo è avvenuto per un numero non esiguo di essi, per portare agli altri la guarigione. Vivere insieme vuol dire questo. Saper utilizza le proprie competenze, piccole o grandi che siano, per garantire all’intera comunità una sana e proficua vita. Bisogna saper affrontare l’emergenza insieme. Bisogna pensare a una battaglia efficace non contro il nostro prossimo, ma contro quel tremendo microrganismo che ha cambiato la nostra esistenza. Dobbiamo farcela.

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