domenica 14 giugno 2020

SANT'ANTONIO DA PADOVA



ANTONIO

Il  Tredici Giugno di ogni anno la chiesa festeggia la nascita al cielo, cioè la morte, di Sant’Antonio da Padova. Una figura interessantissima è lo specchio della cultura clericale dei suoi tempi. Nato a Lisbona il 15 agosto 1195. Rampollo, primogenito, di una famiglia nobile era chiamato ad ereditare sia il potere che i beni materiali del padre. Ma la sua vocazione si fece presto sentire. Ferdinando Martins de Bulhoes, questo era il nome del santo prima di prendere i voti, cercò la vita eremita e monastica. Colpito dalla predicazione di San Francesco d’Assisi, decise di far parte dell’ordine del poverello. La sua fede e la sua brama di conoscenza teologica lo portò in Italia, ove predicò la vera dottrina della Chiesa, contrapponendosi alle velleità intellettuali di alcune sette eretiche. La sua fama di illustre teologo e di fine e persuasivo predicatore si diffuse in ogni landa. L’aneddotica sul santo racconta che persino un mulo, cioè un animale da soma. si convertì alla vera fede grazie alla predicazione di Sant’Antonio. La sua scelta si seguire le orme di Francesco fu decisiva per la storia della chiesa. Antonio mise  le fondamenta per costruire una visione teleologica ed escatologica del mondo in grado di fortificare le basi del pensiero della dottrina di Roma. Con l’ispirazione del frate della Porziuncola, riuscì a vivificare il messaggio cristiano fondandolo sulla devozione del bambin Gesù. Come Francesco aveva istituito il presepe, Antonio aveva posto le basi per il culto del virgulto nato nella grotta di Betlemme. Insomma la Chiesa rinata grazie a Francesco ed ad Antonio si fondava sulla purezza e l’innocenza di Gesù Bambino e di sua madre, l’immacolata Maria. Non è un caso che il simbolo di Antonio, l’elemento che richiama la sua vita terrena e spirituale, è il giglio, simbolo di purezza e integrità. Antonio fu capace di essere fermo nel affermare con decisione il pensiero teologico voluto dal papa e allo stesso tempo pronto ad ascoltare i bisogni del proprio prossimo, essendo clemente e rispettoso verso coloro che incontrava. Insomma la comunità di Dio, nella sua interezza, e l’ordine francescano sarebbero molto diversi non avesse operato in loro nome Antonio. Non è un caso che le predicazioni di Antonio non si fermano all’Italia settentrionale. Sotto l’esempio sempre di Francesco, predica e punta a convertire le genti in ogni parte della terra allora conosciuta. Mette fine alle discussioni teologiche in Francia, viaggiando in quelle terre e raccontando la vera dottrina. Porta la vera fede in Provenza e nelle terre ove si parla la lingua Doc, cioè il Provenzale. La sua esperienza francese si ferma, perché è chiamato ad Assisi a venerare, assieme agli altri fraterelli, le spoglie mortali di Francesco , che aveva appena lasciato le sue spoglie mortali per raggiungere il Padre, siamo nel 1227. Dopo quella esperienza sconvolgente e formativa, ritorna in Veneto, si stabilisce a Padova dove fonda una solida comunità di frati che attorno ai suoi insegnamenti fondano le basi di una comunità monastica che, ancora oggi, dopo quasi 8 secoli è viva ed è il centro di una fede viva e radicata, che spinge milioni di fedeli a giungervi in pellegrinaggio provenienti da ogni parte del mondo. Antonio è il simbolo di una fede assoluta e pura. I suoi insegnamenti dottrinali sono un caposaldo della chiesa medievale, e lo sono ancor oggi per la comunità dei credenti del XXI secolo. Si recò spesse volte a Roma. Dai suoi dialoghi con Gregorio IX si compì una unione di intenti fra il sommo pontefice e il frate, che sarà santo. A Roma Antonio ridefinì le basi filosofiche della dottrina, non modificando il messaggio evangelico, ma fortificando il pensiero dottrinale che comunque si fonda sulla Lieta Novella portata dalla Bibbia. Dopo tanto peregrinare, Antonio stava compiendo un ritiro spirituale a Camposampiero, in provincia di Padova, invitato in una tenuta di un signore locale. In quei luoghi silvestri e parchi si spense il 13 giugno 1231. Le suore che lo assisterono nei suoi ultimi giorni videro che Antonio teneva in braccio un neonato, Gesù Bambino che aveva amato tutta la vita, decise di accompagnarlo nell’ultimo atto della sua esistenza mortale, la morte. Antonio fu sepolto nel monastero di Padova, che fin da subito fu trasformato dalla devozione popolare nel Santuario che ancor oggi è a lui delicato. Una fabbrica, cioè una costruzione, mai terminata che si arricchisce ogni momento di nuovi voti e atti devozionali. La sua fama di santità era tale, che papa Gregorio IX  lo canonizzo dopo appena un anno dalla sua morte. Non poteva fare altro, il popolo già in vita lo venerava come santo. Secoli dopo Pio XII, nel 1946, gli conferì il titolo di Doctor Evangelicum, onorificenza tributata ai santi che sono stati vincastro della dottrina teologica. Tutto il mondo venera il santo nato in Portogallo, vissuto in Italia e cha ha fatto di Padova una delle capitali della religiosità mondiale. Conoscere la vita di Antonio, apprendere del suo pensiero, è uno dei modi più importanti per imparare ciò che è la teologia e la dottrina cristiana nel suo dipanarsi negli accidenti della storia.

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