domenica 21 giugno 2020

LA GIUSTIZIA E LA TRASPARENZA



UN GIUDICE

C’è bisogno di un “aiutino” per aggiustare la pagella del bambino si chiama l’amico che ha agganci al provveditorato all’istruzione. C’è bisogno di arrotondare il reddito, si fanno lavoretti in nero magari prendendo l’assegno di disoccupazione. Il Corona Virus non ha colpito l’attività che si intraprende, beh si prendono i sussidi lo stesso. L’Italia è questa. Ambiguità, furbizie, dichiarazioni non veritiere sono all’ordine del giorno. Chi se ne rammarica sono solo i fessi che non sanno approfittare delle “opportunità che offre” la legge. Che non si sanno difendere davanti a coloro che fanno a spintoni per avere di più. E’ allora non si lamentassero se non riescono ad avere un reddito adeguato per arrivare a fine mese. Questa è l’Italia, poi la legalità, la giustizia è solo roba del politico che con la retorica prova a prendere più voti. Ma quando a fare questo ragionamento è uno che fa parte dell’ordinamento giudiziario, un giudice, le cose cambiano. I Magistrati devono essere al servizio della legge, devono essere i massimi tutori del diritto. Sono soggetti solo alla legge come dice l’articolo 101 della Costituzione Italiana. Allora la vicenda di Luca Palamara, ex Presidente dell’Associazione Magistrati e, ormai, anche ex giudice, si fa tragicamente esplicativa di una situazione che travalica i confini del diritto. Secondo l’accusa di altri magistrati, che conducono indagini a proposito, avrebbe favorito nomine e trasferimenti, avanzamenti di carriera e favori, ad altri magistrati. Avrebbe stretto rapporti troppo confidenziali con politici, soprattutto con Luca Lotti ex ministro dello sport e fedelissimo di Matteo Renzi. Ora è difficile capire dove è il confine fra un comportamento irrituale ma legale, e un reato. Non spetta comunque a chi scrive discernere gli ambiti, ma ad altri magistrati. Rimane la rilevanza sociale dello scandalo. Un magistrato, nell’esercizio delle sue funzioni, non deve e non può fare piaceri, dico di più non deve neanche porsi nelle condizioni di apparire colui che li fa o riceve. Deve essere e sembrare integerrimo. Ecco perché la vicenda Palamara è gravissima. Fa apparire la magistratura una combriccola di persone pronta a mettersi d’accordo per tutelare gli interessi propri o di qualcun altro. È bene che ciò cambi. È bene che la trasparenza, caratteristica prima del potere giudicante, torni ad essere lampante caratteristica di chi veste una toga. L’altro ieri, 19/06/2020, il Presidente della repubblica, Sergio Mattarella, si è detto molto amareggiato e preoccupato per la vicenda, difficile dare torto la Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, carica che riveste in quanto capo dello stato. Allora è tempo di cambiare. È tempo di dare all’autogoverno dei magistrati una autorità morale tale da renderlo immune da ogni tipo di sospetto. Luciano Violante, ex magistrato e ex presidente del senato, ha invitato a pensare a una riforma radicale del sistema elettorale che designa i membri togati del Consiglio Superiore della Magistratura e dei componenti del direttivo dell’Associazione Magistrati. Forse è una soluzione. Ma quello che non può essere discusso è il bisogno di rendere l’ordine della magistratura al di fuori di ogni polemica, non solo politica ma di qualsiasi fatta. Per questo motivo è d’obbligo che tutti i magistrati, soprattutto coloro che rivestono alte funzioni sancite dalla Costituzione, si adoperino per rendere manifesta la loro trasparenza e la loro fedeltà ai valori repubblicani, sanciti dalla  Costituzione. Noi abbiamo  esempi di grandi magistrati, che per la loro dirittura e il loro senso dello stato sono diventati esempi non solo per la comunità nazionale, ma per il mondo intero. Faccio semplicemente il nome di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Ma ci sono veramente tanti giudici morti per la verità e la giustizia. Da questi dobbiamo ripartire per rifondare l’ordine, non certo, scusate la franchezza, da Palamara. Ovviamente lo dico nutrendo la convinzione che fino a prova contraria, cioè fino a sentenza passata in giudicato, nessuno è da considerarsi colpevole.

Nessun commento:

Posta un commento