AMOROSI SENSI
Il poemetto "I Sepolcri" di Ugo Foscolo è uno degli esempi folgoranti dell'arte poetica Risorgimentale. L'autore è un patriota. Ha combattuto la perdente ma valorosa lotta per l'indipendenza di Venezia prima da Napoleone, imperatore dei francesi, e poi dall'Austria. E' rimasto folgorato dai valori di Libertà, Uguaglianza e Fraternità portati dalla Rivoluzione Francese. E' rimasto profondamente deluso da come questi si siano trasformati in mero strumento di potere e brama di conquista. Infatti Ugo Foscolo nasce a Zante, un'isola greca da sempre segnata dai suoi stretti rapporti politici ed economici con Venezia la città che il poeta considera sua, nel 1778, proprio mentre a Parigi si producono le prime tensioni rivoluzionarie. E' figlio di Andrea e di Diamantina Spathis, di un veneziano e di una greca. Le radici elleniche della madre segneranno tutta la sua formazione culturale. Ugo Foscolo si forma leggendo i grandi poeti della Grecia da Omero a Saffo. Legge i grandi poemi epici e le splendide poesie del tempo alessandrino, non tralasciando affatto la cosiddetta letteratura dell'epoca classica greca, cioè quando nel V secolo Avanti Cristo Atene dominava la cultura occidentale. Il poeta comincia a maturare lo spirito patriottico. Si sente Veneto ed Italiano. Lotta disperatamente per l'indipendenza della penisola, con la penna ma anche con le armi. E' a Venezia quando Napoleone decide di "donare" la Serenissima all'Austria. Si ribella strenuamente, ma senza risultato. Da questa terribile esperienza nasce "Le ultime lettere di Iacopo Ortis", un romanzo epistolare in cui il protagonista, evidentemente alter ego del poeta, viene deluso sia nelle tensioni ideali che in quelle affettive scegliendo, drammaticamente, al termine del suo peregrinare di togliersi la vita. Ma sono i "Sepolcri" l'acme poetica di Foscolo. Scritte in esilio a Londra, dove nel 1815 il poeta cerca pace dopo anni di strenua lotta e ivi morirà nel 1827, raccontano del profondo legame che unisce i viventi a coloro che hanno già interrotto il faticoso viaggio della vita. "E' un legame di amorosi sensi", come dice lo stesso Foscolo, cioè che unisce chi è a chi era. Occorre precisare che Ugo Foscolo è un convinto ateo e razionalista. Per lui non vi è nulla che va al di là del mondano. E' un sensista, cioè crede che ciò che l'uomo può cogliere di bello o di brutto è percepibile solo attraverso i cinque sensi. Rifiuta ogni concetto metafisico. Allora cosa sono "gli amorosi sensi" resi vivi nei "Sepolcri"? Sono quel sentirsi accomunati da un destino umano che rende fratelli tutti, anche coloro che ci hanno preceduti. I sepolcri, i luoghi in cui riposano non solo i nostri cari ma anche i grandi del passato, sono lo strumento per riecheggiare la grandezza dell'animo umano, che riesce a sopravvivere anche oltre la vita mortale di ciascuno. Ma come avviene la sopravvivenza? Attraverso il ricordo di chi sopravvive. Chi muore è un esempio per chi ancora respira. Chi muore racconta di grandi imprese, di un valore imperituro, a chi ancora sente battere il cuore. Giacomo Leopardi chiamerà "rimembranze" questo ripercorrere avvenimenti e persone del passato. Foscolo invece considera qualcosa di più questo ricordare, considera ciò un modo per rendere la vita a chi l'ha persa. Un modo per rendere presenti i grandi del passato. Ad esempio ricordare le imprese di Cesare, le poetiche di Omero o di Virgilio, è un modo, per Foscolo, di trasformare il presente attraverso l'azione reale e imponente dei gradi uomini del passato. Gli eroi, gli artisti, i condottieri del tempi passati diventano assoluti protagonisti del presente storico. Attraverso "Le urne dei Forti", ho citato l'inizio del poema, la società del presente può realmente cambiare in meglio l'esistenza. Omero, Tiberio, Temistocle, Achille possono realmente essere i condottieri che, non solo hanno cambiato le sorti del loro tempo, ma anche quelle dell'oggi. Adesso, a due secoli di distanza dalla vita di Ugo Foscolo, possiamo dire che è lui un "Forte" a cui ispirarci per cambiare in meglio la società. E' il suo spirito di solidarietà, di fratellanza, il suo afflato umano, che ci può aiutare a cambiare in meglio la nostra società. Come lui voleva portare la libertà nella sua Venezia alla fine del 1700 e all'inizio del 1800, noi oggi dobbiamo cambiare in meglio il nostro stato e i nostri rapporti interpersonali. Possiamo farlo seguendo il suo esempio e l'esempio dei tanti eroi risorgimentali. Penso a Goffredo Mameli, anche lui poeta e patriota, morto giovanissimo per difendere la Repubblica Romana. L'Italia può rinascere facendo vivificanti i mirabili esempi delle persone, piccole o grandi, del passato che hanno offerto la loro vita per un'idea o un sogno.
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